MATERIE DEL NOVECENTO dalla collezione museale

Pubblicato il
17 Dicembre 2020
Categoria
Archivio eventi, Mostre

Materie del Novecento

 

Il Museo della Permanente propone il progetto “Materie del Novecento”, una mostra virtuale che racconta le opere scultoree più significative della collezione museale.

 

La mostra

 

La scultura riveste un ruolo importante nella raccolta museale della Permanente: qui si presenta una selezione di opere che va dalla fine dell’Ottocento a tutto il XX secolo e che comprende alcuni tra gli autori più rappresentativi della collezione.

 

Si parte dalle sculture che segnano la nascita della raccolta d’arte, vale a dire il ritratto del primo Presidente Federico Mylius e quello dell’intellettuale scapigliato Carlo Borghi, per passare ai lavori di Eugenio Pellini, dedicati ai temi prediletti della maternità e dell’infanzia, e al bronzo realizzato dal figlio Eros.

 

Un secondo nucleo di opere si incentra sul ritratto, spaziando dal classicismo di Rodolfo Castagnino, al post-futurismo di Regina, a un più tradizionale volto di Lucio Fontana realizzato da Francesco Messina, sino al ritratto di un altro Presidente della Permanente, Giovanni Falck, eseguito da Gualberto Rocchi.

 

Alla metà degli anni ’50 e ‘60 risalgono alcune delle sculture più importanti della collezione, come le ceramiche policrome di Fontana, che reinterpreta in chiave moderna le battaglie equestri della pittura vascolare antica, e Presenze di Umberto Milani, che abbandona la figurazione per giungere a forme liricamente stilizzate e minimali.

 

Un gruppo di opere a cavallo tra gli anni ’70 e ‘80 esemplifica la sperimentazione materica propria della scultura del secondo ‘900: dalle forme primarie in cemento e legno di Mauro Staccioli, alla plasticità del marmo di Vittorio Di Muzio, alle geometrie dinamiche in pietra di Nino Cassani, sino all’evanescente profilo scavato nel bronzo da Alberto Ghinzani.

 

La selezione si conclude con  un nucleo di opere che spaziano dalla figurazione stilizzata di Giuseppe Scalvini e di Giovanni Blandino, alla scultura solida, ma al tempo stesso dinamica, di Giancarlo Marchese, a due lavori di Agenore Fabbri, che sperimenta un cromatismo acceso e materico, sia in una classica terracotta, sia in un’insolita opera di ascendenza Pop.

 

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