In occasione dell’edizione 2021 di MuseoCity, la Permanente presenta una selezione di ventitre opere della propria collezione museale realizzate nel corso degli anni Cinquanta, ovvero nel decennio che segnò la rinascita postbellica dell’Italia: una rinascita in cui Milano svolse un ruolo trainante per il Paese, come speriamo possa avvenire anche nei prossimi mesi, dopo il periodo buio della pandemia.
Oltre che una fase di grande rilancio economico e sociale, gli anni Cinquanta sono stati un decennio di straordinario fermento creativo. Anche per quanto riguarda l’arte contemporanea, Milano rappresentò in quegli anni il principale punto di riferimento in Italia, con il fiorire di gallerie, movimenti e tendenze che segnarono in maniera indelebile la pittura del secondo Novecento.
Nella collezione della Permanente si trovano diverse opere realizzate nel corso degli anni Cinquanta ancora legate alla figurazione, dall’Elena di Troia di Achille Funi, al tardo autoritratto di Donato Frisia, al nudo femminile di Remo Taccani, alla natura morta post-cézanniana dipinta nel 1957 da Giovanni Brancaccio.
Un nucleo significativo di opere è dedicato al tema del paesaggio: si spazia da vedute e scorci ancora inseriti nel solco della tradizione figurativa (come i lavori di Orazio Pigato e di Renato Vernizzi), alla pittura sintetica e dalle cromie marcatamente antinaturalistiche di Giovanni Fumagalli, al paesaggio trasformato in una composizione quasi astratta da Romano Conversano.
Anche la grande tela di Giuseppe Banchieri Tetti di Milano raffigura un paesaggio, in questo caso urbano: una periferia resa con quella visione livida e cupa, dai toni acidi, che caratterizza tante opere del Realismo esistenziale, qui rappresentato anche dalla Testa di Bepi Romagnoni, di chiara ascendenza baconiana, dal paesaggio stilizzato di Giulio Scapaticci e dalla Griglia di Giuseppe Martinelli.
Il fermento creativo che caratterizzò gli anni Cinquanta e il diffondersi di nuovi linguaggi pittorici si ritrovano soprattutto nelle opere influenzate dall’Informale, come le Sedimentazioni di Luiso Sturla e la Cascata, densa e materica, dipinta nel 1957 da Gino Meloni, ma anche nelle sperimentazioni cromatiche, basate su composizioni quasi astratte, di Bruno Cassinari e di Carlo Hollesch, così come nella grande tela astratto-geometrica dipinta all’inizio del decennio da Nino Di Salvatore.
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