Fino al 15 giugno è in corso la mostra Nati nei ’30. Milano e la generazione di Piero Manzoni.
In concomitanza con l’antologica di Piero Manzoni a Palazzo Reale, la rassegna, che partecipa al palinsesto della “Primavera di Milano“, propone una ricognizione della generazione di artisti milanesi di nascita o di adozione, nati fra il 1930 e il 1939, e quindi appartenenti alla generazione di Manzoni.
Si tratta di una generazione nata tutta durante il fascismo; che conosce da vicino la guerra e la guerra civile, anche se non vi partecipa direttamente; che sente come patria l’Europa e l’America, non l’Italia sconfitta, ma trova i maestri più condivisi in Lucio Fontana e, in misura minore, in Munari; che vive sia le durezze del dopoguerra, sia gli anni del boom economico. E’ una generazione per cui gli studi all’accademia (a Brera, dove insegnavano Funi, Carrà, Carpi, Marino Marini) rappresentavano ancora un’esperienza decisiva di formazione; che operava in un sistema dell’arte ancora incentrato sull’artista più che sul critico; che aveva possibilità di esporre o di vendere ancora relativamente limitate (la qual cosa favoriva complicità e aggregazioni ben più di ora); che – al di là di nostalgie e leggende – viveva ancora momenti di incontro, confronto, scontro, discussione quotidiani, imparagonabili a quanto accade oggi.
Sessanta artisti e sessanta opere documentano l’effervescente clima milanese degli anni Sessanta-Settanta, la stagione artistica successiva al realismo, all’informale, al realismo esistenziale. La mostra prosegue poi addentrandosi nel clima postinformale dei primi anni Sessanta, attraverso esponenti di “Azimuth”, dell’arte cinetica e programmata, del gruppo del Cenobio. Documenta quindi le ricerche degli esponenti della figurazione vicina alla Pop Art e della pittura analitica, soffermandosi infine sulle ricerche concettuali e sulla poesia visiva. Grande attenzione è dedicata alla scultura, rappresentata dai principali artisti nati fra il 1930 e il 1939 e attivi a Milano. La mostra però non vuole essere una ricognizione per “gruppi” ma per individualità e vasto spazio è dedicato anche a figure che si muovono individualmente nel panorama del periodo.
Accompagna l’iniziativa un catalogo Skira con testi delle curatrici, biografie ragionate a cura di Lorella Giudici e Luca Cavallini e dichiarazioni di poetica degli artisti a cura di Elisabetta Staudacher.
Il progetto allestitivo della mostra è realizzato da Massimo Negri dello studio DNPR.
In concomitanza alla mostra e a corollario della stessa si terrà una serie di incontri di approfondimento sul fermento culturale milanese tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta e sull’influenza di quel periodo sul clima artistico di oggi.
Il prossimo appuntamento è MARTEDI’ 10 GIUGNO, ALLE ORE 18.30, con MARTINA CORGNATI che terrà la conferenza Milano laboratorio di una “strategia del segno” . Alla fine del sesto decennio, con la conclusione dell’esperienza nucleare e una sostanziale polverizzazione degli altri gruppi in individualità singole, dotate di un linguaggio già caratterizzato, Milano, forse più di ogni altra città italiana, si configura come un laboratorio di idee e progetti originali, in cui quella che potremmo provare a chiamare la “strategia del segno” assume un’importanza determinante, sia presso gli artisti del Cenobio sia nell’ambito di Azimut; nel contesto delle sperimentazioni di Lucio Fontana come anche fra gli ex-adepti del Movimento Arte Concreta. Il decennio che si apre vedrà una notevole crescita di interesse per l’oggetto, “cosa” in ambito minimal, e “prodotto” in ambito pop. Anche il segno, da ingrediente dell’espressività informale tende a farsi oggetto in se stesso, meritevole di un’indagine specifica condotta in buona parte dagli artisti milanesi, in termini molto originali.
9 APRILE – 15 GIUGNO 2014
** APERTO VENERDI’ 25 APRILE , CHIUSO GIOVEDI’ 1 MAGGIO **
orari da martedì a domenica 10.00-13.00 e 14.30-18.30
chiuso tutti i lunedì e il 1° maggio
prezzi € 5 intero – € 3 ridotto