BIOGRAFIA
Luisa Fontalba nata a Ronda (Malaga), Spagna e vive attualmente a Milano. Inizia in giovane età gli studi di pittura nella scuola e atelier dello scultore e pittore Vicente Bolòs fondatore della “Asociaciòn por el Arte en Ronda”, APAR. Più tardi prosegue gli studi all’Accademia d’Arte di Granada e frequenta le lezioni di pittura per due anni dallo scultore e pittore Nicolas Prados. Conclude gli studi all’Accademia d’Arte a Madrid, allo stesso tempo frequenta un corso serale nello studio d’Arte contemporanea di Arjona, progressivamente viene accettata come socia al corso libero di nudo del Circolo de Bellas Artes di Madrid che frequenta per alcuni anni. Periodicamente lavora come stilista di moda per diversi atelier in Spagna e in Italia, partecipando con le sue creazioni in diverse sfilate di moda.
Trasferitasi a Milano verso metà degli anni ‘80, frequenta la scuola di disegno Marangoni grazie a una borsa di studio promossa dal Ministero dell’Industria e Energia Spagnolo.
Per un anno frequenta l’Accademia di belle Arti di Brera a Milano. Nel 2006 è stata accettata come socio artista della società per le Belle Arti ed Esposizioni Permanente di Milano. Parlano di lei in diverse enciclopedie, in tanti giornali, TV e la radio.
Dal 1978 realizza numerose esposizioni, personali che di gruppo (opere di pittura, scultura e gioielli dell’ Arte), allo stesso tempo lavora nel settore artistico della gioielleria.
Respiri di luce
Luisa Fontalba
Luisa si muove entro la pittura, con i gesti rapidi e fluidi dell’acquerello. Fa della velocità d’esecuzione il segreto del suo lavoro, quel penetrare nell’opera, dentro il suo ritmo di forme e colori, per condurre il percorso germinativo e fluido dell’acqua fino ai limiti del foglio, in una sorta di horror vacui caleidoscopico. Lavora non già col colore, ma nel colore: si muove all’interno di sfumature, di sinfonie cromatiche, di esplosioni timbriche. Una delle sue ricerche è la luce.
È a partire da un nucleo di luce che si organizzano le opere di Fontalba: tutte gravitano intorno a un centro, che negli ultimi lavori è un albedo lattiginoso e fluorescente da cui partono movimenti di colore che riempiono tutta la superficie. Nel ciclo dedicato all’acqua, tutto orchestrato su tonalità blu e argentee, paiono udirsi rumori bianchi di gocciolii e vapori, fruscii di alghe, sciabordii e scrosci di piogge. Si annusano odori di salsedine e di cloro, di muschio e di salmastro. Si immaginano guizzi di pesci e di piante, e atomi di idrogeno e di ossigeno danzanti. La luce qui è qualità dell’acqua, è rifrazione, è riflesso cangiante. Talvolta il nero con cui Fontalba puntella i suoi lavori – che si tratti di larghe pause o di segni veloci – sembra in antitesi con la luce. Ma a guardare bene, questo è un nero luminoso, è un nero liquido, in movimento, spinto dalla stessa forza che muove gli altri colori. E che è una forza fatta di luce che pulsa e che respira.
Respiri di luce. Perché il respiro è dentro queste opere. In quelle di Luisa Fontalba si tratta di un respiro cosmico, di un respiro panico: è il fiato del mare, è il sibilo del cielo. È il respiro di spazi ampi e naturali, è il respiro del mondo prima dell’uomo. Respiri di luce perché queste opere paiono schiudersi nell’attimo stesso in cui le si guarda. Ci sono infatti lavori che l’occhio non sorprende, altri – come quelli di Fontalba – che attendono l’epifania di uno sguardo per svelarsi, per aprirsi, per dirsi. E facendolo prendono vita – vengono alla luce – e trascorrono e cambiano. Come cambia l’uomo, come cambia il mondo.
Cinzia Bollino Bossi
Critica di Felice Bonalumi 2012
Colore, luce, forma, il titolo che sintetizza come l’opera d’arte si situi in quello spazio non meglio precisabile tra materia e spirito. In effetti la leggerezza è il primo dato visibile in questa ventina di dipinti realizzati da Luisa Fontalba con acquarello, acrilico e tecnica mista su carta. Ma soprattutto è evidente nelle sculture dove dominano i profili curvilinei con un grande equilibrio pieni-vuoti e un’apertura delle forme che tendono al infinito, come in rinascere. La spazialità sembra essere il centro della sua ricerca, intesa nei dipinti come rapporto cromatico dove il colore diventa luce, come “Passeggiata alla luce del Alba”.
E’ un paesaggio d’arte l’immagine che si manifesta davanti ai nostri occhi, osservando un dipinto di Luisa Fontalba. Una riflessione, la sua, la dialettica tra timbro e tonalità, tra il visibile e l’invisibile (…) l’idea di spazialità, la relazione di più cromie (…) La visione tende a manifestare la verità del limite tra materia e spirito, in cui il pensiero recupera vigore nella forza del segno e del tratto. Ha un avanzare eroico la formazione della sua opera, pregna dell’energia vitale assorbita avidamente dai suoi sensi, rapiti dalla storia culturale ed artistica del suo Paese d’origine; la composizione sorprende per coerenza e controllo. I rapporti sono bilanciati da una struttura concettuale descrivibile come binomio luce-ombra e luce-colore. Il senso di continuità si ritrova nelle opere scultoree, dove i profili curvilinei dominano incontrastati. Ad essere rievocata è la libertà dell’età barocca, nell’apertura delle forme verso l’infinito (…) Questo parallelismo tra estetiche trova ancora conferma nel gioco tra pieni e vuoti, che si modellano con fluidità, una resa dinamica della linea (…)
Miriam Giustizieri