Staccioli Mauro

Biografia

Mauro Staccioli nasce nel 1937 a Volterra e si diploma nel locale Istituto d’Arte nel 1954. Nel 1960 si trasferisce in Sardegna dove intraprende l’attività di insegnamento nella provincia di Cagliari e fonda, insieme a giovani artisti e intellettuali sardi, il Gruppo di Iniziativa. Nel 1963 si sposta prima a Lodi e successivamente a Milano; assumerà l’incarico di direttore del Liceo Artistico di Brera nel 1974/75 e 1978/79 e successivamente del Liceo Artistico Statale di Lovere (BG). Gli inizi della sua attività artistica sono saldamente intrecciati all’esperienza didattica e a quella di intellettuale e politico militante.
Dopo un primo periodo in cui sperimenta la pittura e l’incisione, dalla fine degli anni Sessanta si dedica alla scultura, concentrandosi sul rapporto tra arte e società e sviluppando l’idea di una scultura che si pone in stretta relazione con il luogo – inteso nella sua concezione sia fisica che sociale – nel quale e per il quale è stata realizzata. Elabora quindi “sculture-intervento” che si pongono in profonda relazione con gli spazi nei quali vengono collocate. L’artista sceglie fin da principio un linguaggio caratterizzato da una geometria essenziale e dall’uso di materiali semplici come il cemento e il ferro. E’ nel 1972 che Staccioli matura l’idea di organizzare una serie di “sculture-intervento” nella città di Volterra; la mostra Sculture in città segna così una svolta aprendo agli spazi urbani quel che fino ad allora era relegato solo negli spazi chiusi di gallerie e musei. Staccioli ricerca e genera una “scultura-segno” che nasce dall’attenta osservazione di uno spazio e che dialoga con esso sottolineandone le caratteristiche e alterandone la consueta percezione, suscitando domande e possibili risposte. Dalla mostra del 1972 prende corpo la manifestazione Volterra ’73 curata da Enrico Crispolti che apre la strada a questo nuovo modo di intendere la scultura e che per Staccioli trova completa espressione nella mostra Lettura di un ambiente – realizzata a Vigevano nel 1977 – un titolo che diventa metodo.
Dopo una serie di mostre organizzate in gallerie e spazi milanesi (Studio Sant’Andrea, Studio Marconi, Galleria Bocchi) arriva l’invito alle Biennali di Venezia del 1976 e del 1978, anno in cui realizza il celebre Muro, una parete di cemento di 8 metri che ostruisce la visuale del viale d’accesso al Padiglione Italia, ponendosi quale segno critico e provocatorio.
Del 1981 è l’intenso intervento allo Studio Mercato del Sale di Milano, dove uno squarcio lungo il pavimento provoca il visitatore a riflettere e a partecipare attivamente attraversando l’opera stessa. Nel 1982 è chiamato a realizzare una grande opera nel parco di Villa Gori a Celle di Santomato (PT), il primo parco italiano di sculture ambientali. Da questo momento Staccioli riscuote una crescente attenzione all’estero e viene chiamato in Germania (Stadtische Galerie, Regensburg; Fridericianum Museum, Kassel), in Gran Bretagna (Hayward Gallery, Londra), in Israele (Tel Hai College) e in Francia (ELAC, Lione). In questi anni il linguaggio dell’artista perde la durezza e l’aggressività che lo caratterizzavano, e che rifletteva l’aspro e violento clima politico degli “anni di piombo”, per sfidare apertamente lo spazio sovvertendone gli equilibri statici e dimensionali, generando effetti di straniamento nell’osservatore, come la forma in equilibrio sulla scalinata della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma del 1981, o il grande plinto sospeso sulla scalinata della University Gallery di Amherst in Massachussetts nel 1984, realizzato in occasione della sua prima personale negli Stati Uniti. Il confronto con l’architettura e l’ambiente urbano trova nuove soluzioni nella genesi dei grandi archi rovesciati realizzati all’interno della Rotonda della Besana a Milano (1987), davanti al Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato (1988) su invito di Amnon Barzel e nel piazzale principale del Parco Olimpico di Seul (1988) su invito di Pierre Restany. Nel frattempo prosegue la sua attività negli Stati Uniti con una mostra al Museum of Contemporary Art di San Diego e con la serie di installazioni realizzate nel parco della Djerassi Foundation di Woodside in California (1987-1991), seguite negli anni Novanta da nuovi interventi e da importanti mostre tra cui quella tenutasi alla Shoshana Wayne Gallery nel 1993.
Negli anni Novanta l’artista continua a sperimentare nuove forme: anelli che mettono in risalto il paesaggio, come a Ordino d’Arcalis nel Principato di Andorra (1991) e a Monaco di Baviera (1996); tondi “costretti” negli spazi della Fondazione Mudima di Milano (1992) o in precario equilibrio nel Parco della Fara a Bergamo (1992); sfere che appaiono quasi metafisicamente nella piana di Ozieri in Sardegna (1995). Profondo e proficuo è il legame dell’artista con il Belgio, dove è chiamato a realizzare un intervento al Parc Tournay Solvay di Bruxelles per la Fondation Européenne pour la Sculpture (1996) e dove eseguirà numerosi interventi in spazi sia pubblici che privati, tra cui l’ormai celebre Equilibrio sospeso al Rond Point de l’Europe a Bruxelles (1998). Nello stesso decennio la Corea si fa promotrice di diversi interventi pubblici tra cui l’opera per il Contemporary Art Museum di Kwacheon (1990).
In anni più recenti la feconda ricerca di Staccioli si è concretizzata in diverse installazioni in Italia e all’estero: Lapiz Building a La Jolla (San Diego 2003), dove una trave di acciaio attraversa la facciata dell’edificio, Taiwan (2003), Porto Rico (2004), Bodio Center a Milano (2004), Carrazeda de Ansiães (Portogallo 2008), centro affari Val St Quentin a Voisins-le-Bretonneux (Francia 2008), Parco della Cupa a Perugia (2009).
Nel 2009 a Volterra si apre la mostra Mauro Staccioli. Volterra 1972-2009 – Luoghi d’esperienza che, oltre a proporre una selezione di disegni, piccole sculture e fotografie presentate in alcuni spazi espositivi della città, ha visto la realizzazione di ben 19 grandiose sculture ambientali che, interessando non solo la città di Volterra ma tutto il suo territorio, sottolineano un paesaggio in cui storia, cultura e lavoro umano si intrecciano nell’opera dell’artista. Molte delle opere ambientali ideate per l’occasione sono tuttora installate e si sono trasformate in un vero e proprio percorso di sculture al’aperto. L’anno successivo su un’altura a Motta D’Affermo in Sicilia Staccioli realizza l’opera 38º Parallelo, una piramide in acciaio corten alta ben 30 metri all’interno del parco della Fiumara d’Arte, seguita dalla mostra Mauro Staccioli. Lo spazio nudo, personale organizzata dalla galleria Fioretto di Padova che interessa, oltre alla galleria, alcuni luoghi chiave della città.
Nel 2011 al Parco archeologico di Scolacium e al MARCA di Catanzaro si tiene la mostra Mauro Staccioli. Cerchio Imperfetto per la serie Intersezioni a cura di Alberto Fiz. Alla fine dello stesso anno, in occasione del riordino e della riapertura delle sue sale espositive, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma acquisisce e installa una nuova opera di Staccioli – un anello di 10 metri di diametro – davanti alla sua celebre scalinata d’ingresso. Il 2012 si apre con la collocazione dell’opera Cerchio imperfetto nel giardino interno dell’Università Bocconi di Milano. In febbraio la Galleria Il Ponte di Firenze e la Galleria Niccoli di Parma inaugurano due mostre che rileggono i primi quindici anni di lavoro dell’artista, pubblicando il volume Mauro Staccioli. Gli anni di cemento 1968-1982, un articolato catalogo delle sue opere in cemento degli anni ’70, frutto di una ricostruzione filologica, svolta insieme all’artista. Alla fine dello stesso anno una personale alla Galleria Invernizzi di Milano esplora nuove prospettive di ricerca che trovano piena espressione nella partecipazione alla Biennale di Scultura di Racconigi nel 2013.
Staccioli è membro dell’Académie Royale des sciences, des lettres et des beaux-arts de Belgique e Accademico Nazionale dell’Accademia di San Luca.
Vive e lavora a Milano e Volterra.



Contatti

Staccioli Mauro
Sito web www.maurostaccioli.org


Esposizioni

La mostra fotografica Wildlife Photographer of The Year è aperta tutti i giorni, dalle 10.00 alle 19.00 e giovedì e venerdì fino alle 22.00. (La biglietteria chiude mezz'ora prima.) 

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